Ancipiti proelio diu atque acriter pugnatum est. Diutius cum hostes sustinere ...
Si combatté a lungo ed aspramente in un combattimento dall'esito incerto. Dato che i nemici non riuscivano a sostenere più a lungo l'assalto dei nostri, alcuni si ritirarono sul monte, gli altri si rifugiarono presso le salmerie e presso i loro carri.
Si combatté anche presso le salmerie, per il fatto che gli Elvezi avevano opposto i carri a mò di barriera, e, da un luogo più alto, scagliavano frecce contro i nostri mentre arrivavano.
Dopo che si fu combattuto a lungo, i nostri si impadronirono delle salmerie e dell'accampamento. Lì la figlia di Orgetorige e uno dei figli furono catturati. Da quella battaglia non sopravvissero molti della massa dei nemici, e quelli marciarono ininterrottamente per tutta la notte: alla fine arrivarono nel territorio dei Lingoni; i nostri, invece, sia per le ferite dei soldati, sia per la sepoltura dei caduti, ritardarono la marcia, e non riuscirono a inseguire i nemici.
Ma Cesare inviò ai Lingoni una lettera e dei messaggeri, affinché non fornissero frumento agli Elvezi. Egli stesso, passati tre giorni, decise di inseguirli con tutte le truppe.