Cicerone accusa Catilina in Senato
Quo usque tandem abutere Catilina patientia nostra? Quam diu etiam …
Fino a quando dunque, o Catilina, abuserai della nostra capacità di sopportazione? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si farà gioco di noi? Fino a quale estremo si spingerà la sfrenata temerarietà? Non ti hanno impressionato per nulla né il timore del popolo, né il concorso di tutti i buoni cittadini, né questa sede così ben difesa per tenere l'assemblea del Senato, né i visi e le espressioni del volto di questi?
Chi di noi credi che ignori che cosa hai fatto la notte scorsa, dove sei stato, chi hai convocato, che decisione hai preso? O tempi, o costumi! Sebbene il Senato comprenda queste cose, sebbene il console veda bene queste cose, eppure costui vive ancora, e anzi, viene perfino in Senato, si fa partecipe dell'assemblea pubblica e con gli occhi indica e destina alla morte ciascuno di noi.
O Catilina, era opportuno che già da prima tu fossi mandato a morte per ordine del console, che su di te ricadesse la rovina, che tu ordisci ormai da tempo contro tutti noi.