Consulatum gessit cum L. Valerio Flacco. Sorte provinciam Hispaniam obtinuit, exque ...

(Catone - soggetto sottinteso) ricoprì il consolato insieme a L. Valerio Flacco. Ottenne per sorteggio la provincia della Spagna, e da essa riportò un trionfo.

Poiché P. Scipione Africano, console per la seconda volta, rimase lì a lungo, volle cacciarlo dalla provincia e subentrargli. Ma Scipione non poté realizzare ciò tramite il Senato, anche se nella città egli deteneva una posizione egemone: all'epoca, infatti, il potere veniva amministrato non in base all'influenza, ma in base alla legge.

Infuriato verso il Senato per questa ragione, dopo il consolato egli rimase a Roma da privato cittadino. Invece Catone, dopo essere stato eletto censore insieme a Flacco, ricoprì con severità la carica censoria. Infatti egli sia punì numerosi nobili, sia promulgò molti editti contro il lusso, che già all'epoca cominciava a diffondersi.

Dalla giovinezza, fino alla fine della vita, egli non smise mai di addossarsi inimicizie. Per tutto il tempo che visse, crebbe quanto a gloria delle virtù.

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