L'abnegazione di Lucio Emilio Paolo

Lucio autem Paulo Macedonicae victoriae compoti quattuor filii fuerunt. Ex iis duos natu maiores in adoptionem dederat, unum Publio Scipioni Publii Africani filio...

Lucio Paolo, dopo aver conseguito la vittoria macedonica (= nella guerra macedonica), ebbe quattro figli:

di essi i due figli maggiori, aveva dato in adozione uno a Publio Scipione, figlio di Publio Africano, il quale non possedeva niente dalla paterna grandezza ad eccezione del lustro del nome e della forza dell'eloquenza, l'altro a Fabio Massimo. Trattenne i due figli minori, che indossavano la toga pretesta (che erano minorenni), al tempo in cui riportò la vittoria.

Egli, mentre ricordava in un'assemblea fuori la città, secondo l'usanza degli avi, prima del giorno del trionfo l'elenco delle sue imprese, pregò gli dei immortali che, se qualcuno di essi (= dèi immortali) provasse invidia per le opere e per la sua sorte, si accanisse contro lui stesso piuttosto che contro lo stato.

Quella voce, emessa come da un oracolo, non lo spogliò di gran parte del suo sangue: infatti dei suoi figli, che erano rimasti in famiglia, l'uno lo perse pochi giorni prima del trionfo, e l'altro pochi giorni dopo.
(by Vogue)

Versione tratta da Velleio Patercolo

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