La morte di Publio Cornelio Scipione padre
Cum Indibilis Suessetanorum dux Poenis se coniuncturus esset dux cautus et providens …
Quando Indibile, capo dei Suessani, era in procinto di congiungersi ai Cartaginesi, Scipione, comandante avveduto e previdente, vinto dalle necessità, prende l'ardita decisione di andare incontro ad Indibile nella notte, e, in qualsiasi luogo lo avesse incontrato, ingaggiare il combattimento.
Una volta lasciato un piccolo corpo di guardia nell'accampamento, e postone a capo il luogotenente Ti. Fonteio, dopo essere partito nel mezzo della notte attaccò battaglia con i nemici che venivano incontro.
Ma al comandante, che combatteva ed esortava, il lato destro viene trafitto da una lancia; subito, chiunque tra i nemici veda Scipione mentre cade, esanime, da cavallo, scorrazza con grande strepito per l'intero campo di battaglia, annunciando che il supremo comandante Romano è caduto.
Dopo che è stato perduto il comandante, si determina immediatamente la fuga dal campo di battaglia, e nessuno sarebbe sopravvissuto, se non fosse sopraggiunta la notte.