La vedova e il soldato
Per multos annos mulier dilectum virum amiserat et in sarcophago corpus...
Una donna aveva perso l'amato marito da molti anni, e ne aveva riposto il corpo in un sarcofago.
La vedova non si allontanava mai dalla tomba: piangendo, trascorreva la propria vita vicino ai resti del marito. In questa maniera ella ottenne, presso gli abitanti di Efeso, città della Ionia, dove viveva, una celebre reputazione di moglie casta. Un giorno, poiché dei predoni avevano spogliato un santuario di Giove, dei soldati li catturarono e li appesero sulla croce. Dopo la morte dei predoni, i soldati venivano posti, come guardie dei cadaveri, nelle vicinanze della tomba dell'uomo. Di tanto in tanto, avendo sete, una guardia, nel cuore della notte, chiese dell'acqua alla giovane ancella che sedeva vicino alla propria padrona.
Il soldato vide la padrona e un grande desiderio di lei (ne) accese l'animo. A causa dell'amore improvviso, il soldato trascurava il proprio dovere. Presto anche la vedova rispose all'amore del soldato: e così il desiderio avvinse il soldato e la vedova. Il soldato trascorreva (- presente storico) le notti insieme alla donna, mentre, nel frattempo, da una croce veniva rubato il corpo di un predone.
L'inattesa sparizione aveva agitato il soldato, ma la vedova disse: Perché temi? Se avrai appeso alla croce il corpo di mio marito, non sconterai la pena della tua negligenza. Così, la devozione della vedova si trasforma in disonore.
Versione tratta da: Fedro