Orazio Coclite - Versione Grammatica Picta 2 pagina 275 numero 31
Haud negaverim hoc uno momento Romam libertatem amittere potuisse. ...
Non avrei negato/negherei che in questo momento Roma avrebbe potuto perdere la libertà. Con gli Etruschi che irrompevano nella città con il ponte Sublicio, Orazio Coclite occupò l'ultima parte di quella (della città)
e sostenne l'intero schieramento dei nemici, finché il ponte fu distrutto dai suoi uomini alle sue spalle, con un'infaticabile battaglia.
Infine, dopo che vide la patria liberata dal pericolo imminente, si gettò armato nel Tevere. Gli dèi immortali - infatti senza l'aiuto divino tanto non gli sarebbe stato possibile - ammirando la (sua) integrità sincera gli garantirono la salvezza: infatti, né abbattuto dalla grande altezza, né scosso, né schiacciato dal peso delle armi, né ferito dalle frecce che venivano scagliate da ogni parte, nuotò illeso.
E così uno solo attirò su di sé gli occhi di tanti cittadini e di tanti nemici, stupiti quelli per l'ammirazione, questi esitando tra gioia e paura.
(By Vogue)
Versione tratta da Valerio Massimo