Sull'amicizia non farò disquisizioni da retore
Sed quis ego sum? Aut quae est in me facultas? Ego vos hortari tantum possum ut amicitiam omnibus rebus humanis anteponatis;...
Ma chi sono io! O che potere c'è in me! Io posso esortarvi tanto che voi anteponiate l'amicizia a tutte le cose umane; non c'è infatti niente di tanto adatto alla natura, di tanto conveniente alle vicende sia favorevoli che sfavorevoli.
Ma percepisco anche ciò, che l'amicizia non ci può essere se non tra gli onesti. Chi potrebbe definirsi onesto?
Alcuni affermano che ci sia un solo sapiente. Sia così a ragione; ma considerano una sapienza che ancora nessun mortale ha conseguito. Noi invece dobbiamo considerare quelle cose che sono nell'uso e nella vita comune, non quelle che sono immaginate o desiderate. Infatti, amici dovremmo considerare che siano onesti coloro che si comportano in modo tale che la loro onestà e rettitudine sia comprovata visto che utilizzano la natura come guida.
Noi infatti siamo nati affinché ci sia una certa società tra tutti.
(By Maria D.)
Versione tratta Cicerone