Vicende africane della Prima Guerra Punica (1)

Aemilius Paulus et Fulvius Nobilior consules ad Africam solverunt...

I consoli Emilio Paolo e Fulvio Nobiliore salparono alla volta dell'Africa con una grande flotta di navi. In un primo momento sconfissero (- presente storico) gli Africani in uno scontro navale.

Il console Emilio affondò centoquattro navi dei nemici, ne conquistò trenta con i combattenti, catturò oppure uccise un gran numero di nemici, arricchì il proprio esercito con un cospicuo bottino. Ma la penuria di cibo era grande, e i soldati, soffrendo per la fame, non erano in grado di combattere ulteriormente.

I consoli, mentre ritornavano con la flotta vincitrice, fecero naufragio nei pressi della Sicilia: in nessun tempo si sentì mai una tempesta marittima tanto grande. Tuttavia i Romani accomodarono immediatamente le navi, ed il loro animo non fu abbattuto. I consoli Servilio Cepione e Sempronio Bleso salparono di nuovo alla volta dell'Africa con nuove navi. Conquistarono alcune città.

Mentre riportavano un ricco bottino, fecero naufragio. E così, poiché le sciagure continue non piacevano ai Romani, i senatori decretarono la fine dei combattimenti in mare. (Versione della vecchia edizione)

Versione della nuova edizione stesso titolo

Aemilius Paulus et Fulvius Nobilior consules ad Africam solverunt cum ingenti classe...patres finem maritimorum proeliorum decreverunt.

I consoli Emilio Paolo e Fulvio Nobiliore salparono con un ingente flotta verso l'Africa. Prima di tutto avevano superato gli Africani in uno scontro navale.

Il Console Emilio sommerse molte navi dei nemici, uccise o catturò un gran numero di nemici, arricchì i suoi soldati con un grande bottino.

Ma i soldati spossati dalla fame non riuscivano più a combattere. Poi ritornando in Italia fecero naufragio nei pressi della Sicilia; tuttavia in breve tempo furono riparate le navi. I consoli Servilio Cepione e Sempronio Bleso salparono di nuovo verso l'Africa.

Catturarono alcune città. I reduci dal naufragio accumularono un grande bottino. Pertanto, dato che la navigazione era di continui danni per Roma, i senatori decretarono la fine delle battaglie marittime.

Versione tratta da: Eutropio

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