Doti strategiche di Cesare (II)

Ne religione quidem ulla a quoquam incepto absterritus ...

Nonostante qualche religione non fu mai in verità trattenuto o distolto da alcuna iniziativa.

fuggendo da lui le vittime mentre compiva i sacrifici non rinviò la partenza contro Scipione e Giuba. anche se scivolò durante uno sbarco, convertì al meglio il presagio e disse "ti tengo Africa". per eludere in verità i vaticini, secondo cui in questa provincia il nome degli Scipioni veniva tramandato fatalmente fortunato e invincibile, ebbe nell'accampamento con sé il più spregevole della famiglia dei Corneli, che veniva soprannominato Salvatone.

Non intraprendeva le battaglie soltanto liberamente, ma anche in base ad un'occasione e spesso da un una marcia subito, talvolta con il tempo inclemente, qualcuno non ritenendo assolutamente che questi si sarebbe mosso. Se con il tempo al limite per combattere diveniva più cauto, tanto da vincere più spesso, supponendo che quanto meno bisognava sperimentare le situazioni e e che non avrebbe guadagnato in vittoria tanto, quanto la calamità avrebbe potuto apportare.

Non sbaragliò mai alcun nemico, senza che fosse stato depredato anche nell'accampamento: così non dava alcuno spiraglio a coloro che erano terrorizzati. Durante una battaglia con esito incerto abbandonava i cavalli e tra i primi il proprio, affinché la necessità di permanere risultasse maggiore, sottratta la risorsa della fuga.
(By Maria D.)

TESTO LATINO COMPLETO

Versione tratta da Svetonio

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