Morte prematura di un figlio

C. PLINIUS ATTIO CLEMENTI SUO S. Regulus filium amisit, hoc uno malo ...

Plinio al suo clemente Azio S Regolo ha perduto il figlio, indegno di quest'unico male, che non so se si possa definire male. era un fanciullo d'acuto ingegno ma ambiguo, tale da poter seguire le cose giuste (relativa impropria con valore di proposizione consecutiva), se non avesse imitato il padre.

Regolo lo emancipò, per divenire erede della madre; captava una vendita (così comunemente si parlava secondo il costume dell'uomo) grazie ad una simulazione repellente ed insolita dell'indulgenza da parte dei parenti. Incredibile, ma pensa a Regolo. Tuttavia pianse in modo insensato il figlio perduto. Il fanciullo aveva molti puledrini sia uniti che sciolti, aveva cani grandi e piccoli, aveva usignoli, pappagalli, merli: Regolo li trucidò tutti intorno al rogo. Quello non era dolore, ma ostentazione del dolore.

Si convenne a lui con ammirevole celebrità. Tutti quanti lo detestavano, lo odiavano, e per così dire lo approvavano e per così dire lo apprezzavano, correvano qua e là, lo frequentavano, e per enunciare brevemente ciò che sento, nel guadagnarsi la benevolenza di Regolo imitavano Regolo. Si tratteneva nei giardini al di là del Tevere, nei quali c'era un ampissimo suolo con portici immensi, occupò la riva con le sue statue, com'era sontuoso nonostante l'elevata avarizia, glorioso nonostante la grandissima infamia.

Sconvolse dunque la città dal clima molto insalubre e, cosa che sconvolge, lo reputava un piacere. Affermò di volersi sposare, anche ciò come le altre cose in modo perverso. Chiediti da dove l'ho congetturato? Non perché egli stesso lo dava per vero, non c'era niente di più falsamente di questo, ma perché era certo che Regolo avrebbe fatto, qualunque cosa non occorresse che si facesse. Stammi bene.

(By Maria D.)
(Versione tratta da Plinio il Giovane)