Per i grandi la povertà non è un disonore
Unum fuisse Homero servum, tres Platoni, nullum Zenoni, a quo coepit ...
E' chiaro per tutti che uno solo fu soggetto ad Omero, tre a Platone, nessuno a Zenone, da cui ebbe inizio la rigida e virile filosofia degli stoici.
Forse dunque qualcuno potrebbe asserire che questi abbiano vissuto miseramente così da non sembrare che egli stesso sia per questo il più povero fra tutti? Menenio Agrippa, che fu mediatore della grazia pubblica tra i senatori e la plebe, versato il bronzo fu celebrato con funerali. Attilio Regolo, essendo in Africa, per combattere contro i Cartaginesi, scrisse al senato che il proprio bracciante si era allontanato e e che era stata da lui abbandonata la campagna, che, finchè Regolo fosse lontano, piacque al senato che venisse curata pubblicamente:
fu forse non avere un servo di tanto valore, che il popolo Romano fu colono di costui? Le figlie di Scipione ricevettero la dote dall'erario, perché il padre non le aveva lasciato nulla.
Giusto, per Ercole, era che una volta il popolo Romano conferì quel tributo a Scipione, che, vinta Cartagine, non era mai stato espulso. fortunati i mariti di quelle fanciulle che ebbero il popolo romano come suocero! Richiamati Dunque questi grandi uomini la povertà non è soltanto sicura ma anche graziosa.
(By Maria D. )
Versione tratta da Seneca