Pochi libri, ma buoni

Nusquam est qui ubique est. Vitam in peregrinatione ... nec minus adversus ceteras pestes; et cum multa percurreris, unum excerpe quod illo die concoquas.

Chi è dappertutto, non è in nessun luogo. A coloro che trascorrono la vita in viaggio succede questo, di avere molte relazioni di ospitalità, ma nessuna amicizia; la medesima cosa è inevitabile che capiti a quelli che non si dedicano con assiduità all'ingegno di nessuno, ma sfogliano tutte le cose di corsa e affrettandosi.

Non è utile, né si assimila il cibo che viene vomitato subito dopo essere stato assunto; niente intralcia tanto la guarigione, quanto il continuo cambiamento delle cure; non giunge alla cicatrizzazione una ferita sulla quale si sperimentano (vari) rimedi; un pianta che viene travasata spesso non si irrobustisce; nessuna cosa è tanto utile da essere di giovamento (quando è fatta) di sfuggita.

Un gran numero di libri distrae; e così, poiché tu non riesci a leggere quanto sei riuscito a possedere (in biblioteca), è sufficiente possedere quanto tu possa leggere. Dici: "Ma ora voglio sfogliare questo libro, ora quello". È proprio di uno stomaco schizzinoso assaggiare molte cose; ed esse, quando sono varie e diverse, intossicano, non nutrono.

Perciò leggi sempre autori riconosciuti, e, qualora ogni tanto ti fosse gradito passare ad altri, ritorna ai primi! Procacciati ogni giorno qualche aiuto contro la povertà, qualche aiuto contro la morte, e, non meno, contro tutte le altre sciagure, e, quando avrai passato in rassegna molti argomenti, scegline uno solo da meditare in quel giorno!

Versione tratta da Seneca

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