Un cacciatore di testamenti (II)

Velleius Blaesus ille locuples consularis novissima valetudine conflictabatur: cupiebat mutare testamentum. Regulus, qui speraret aliquid ...

Velleio Bleso quel ricco consolare di particolarissima salute si tormentava: desiderava mutare il testamento.

Regolo, che sperava qualcosa dalle nuove tavolette, perché recentemente aveva iniziato a a cercare di attirarlo, esortò i medici, chiese di prolungare la vita all'uomo. Dopo che fu scritto il testamento, mutò personalità, cambiò discorso e agli stessi medici: "perché torturate fino a questo punto il misero? Perché siete mal disposti per una buona morte, a cui non potreste dare la vita?", Bleso morì e, come se avesse ascoltato ogni cosa, a Regolo non lasciò neppure una piccola cosa. Aurelia, donna elegante, aveva per redigere il testamento bellissime tuniche.

Regolo, essendo giunto per redigerlo, disse "domando che tu me le vincoli ", Aurelia riteneva che l'uomo scherzasse, mentre quello se ne stava seriamente; non a lungo, costrinse la donna ad aprire le tavolette e a legare a sé le tuniche che aveva indossato; osservò la scrivente esaminò, se stesse scrivendo.

E Aurelia effettivamente visse, mentre lui obbligava questo come se lei stesse per morire. Ed egli accettò i lasciti testamentari come se li avesse guadagnati.
(By Maria D. )

Versione tratta da Plinio il Giovane

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