Uno scenario da... fine del mondo

Densa caligo tergis imminebat, quae nos torrentis ...

Una densa nebbia incombeva sulle schiene, che intrisa di terra ci seguiva come un torrente (alla maniera di un torrente).

Ci piegavamo direi mentre vedevamo, affinché sdraiati sulla strada non fossimo calpestati dalla folla degli ammucchiati. . Pensavamo a stento, e la notte non era come senza luna o nuvolosa, ma come nei luoghi chiusi, perché la luce era spenta. Avresti ascoltato gli ululati delle donne, le lamentele dei bambini, le grida degli uomini; alcuni con le voci ricercavano i parenti, altri i figli, altri i coniugi, li distinguevano dalle voci. Alcuni compiangevano il proprio destino, altri il destino dei loro cari, molti elevavano le mani alle divinità parecchi spiegavano che in nessun luogo ci furono alcuni dèi e quell'eterna e originalissima notte nel mondo.

Erano presenti coloro che annunciavano che ciò era precipitato su Miseno, che ciò ardeva falsamente (che non era vero che ciò ardeva) a coloro che ci credevano. Rischiarò un poco, cosa che non ci sembrava giorno, ma l'indizio del fuoco che si avvicinava. Ed il fuoco in effetti sussisteva più lontano; ci furono nuovamente le tenebre e la cenere, di nuovo, molto e pesante.

Alzandoci scrollavamo questo ripetutamente; saremmo stati altrimenti coperti e oppressi dal peso. Potrei vantarmi che in tanti pericoli non uscì un gemito, né la voce un po' forte, se non avessi creduto che io con tutti, tutte le cose con me stavano morendo, con questa cosa violenta, tuttavia grande piacere della mortalità.
(By Maria D. )

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