Adriano era un imperatore coltissimo

Fuit enim poematum et litterarum nimium studiosissimus. Arithmeticae, geometriae, picturae peritissimus. In voluptatibus nimius. Nam et de suis dilectis multa versibus composuit....

Fu infatti eccessivamente studiosissimo di lettere e poesia. Espertissimo di aritmetica, geometria, pittura.

Eccessivo nei piaceri. Infatti compose molte cose in versi per i suoi diletti. Questo stesso fu espertissimo di guerra e ben conoscitore di arte militare, trattò anche le armi gladiatorie. Questo stesso fu severo lieto, compagno serio, lascivo temporeggiatore, tenace liberale, simulatore dissimulatore, crudele clemente e e sempre diverso in ogni cosa. Arricchì gli amici e pure quelli che non chiedevano, non negando nulla a coloro che chiedevano.

Questo stesso tuttavia ascoltò facilmente in merito agli amici, qualsiasi cosa veniva sussurrata e perciò considerò propriamente tutti quanti sia coloro che erano molto amici sia quelli, che elevò ai massimi onori poi (considerò) come nemici. Anche se era prontissimo nella poesia e nell'orazione ed espertissimo in tutte le arti, tuttavia come il più dotto derise, disprezzò, trattò male sempre i professori di tutte le arti. Amò inoltre il genere di eloquenza:

preferì Catone a Cicerone, Ennio a Virgilio, Celio a Sallustio fu civilissimo tra le persone più umili, detestando coloro, che gli invidiavano questo piacere d'umanità come per preservare il rango del principe.
(By Maria D. )
Versione tratta dalla Historia Augusta

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