Augusto credeva nei sogni

Somnia neque sua neque aliena de se neglegebat. Philippensi acie quamvis statuisset non egredi tabernaculo propter valitudinem, tamen amici somnio monitus egressus est...

Augusto non trascurava i suoi sogni e i sogni altrui relativi alla propria persona. Nella battaglia di Filippi anche se avesse stabilito di non uscire dalla tenda per la salute, tuttavia dal sogno di un amico fu ammonito ad uscire;

e la cosa risultò favorevolmente, quando preso l'accampamento la sua lettiga, come se fosse rimasto sdraiandosi lì, fu trafitta e lacerata dall'accorrere dei nemici. Egli stesso durante ogni primavera vedeva moltissime cose terribilissime vane e inutili, nel restante tempo vedeva cose più rare e meno vane.

Frequentando assiduamente il tempio dedicato a Giove Tonante in Campidoglio, sognò che Giove Capitolino si lamentava che gli adulatori gli erano stati portati via e che avesse risposto che il Tonante gli era stato assegnato come un portinaio; e perciò circondò subito il fastigio del tempio con dei campanelli, per questa ragione questi pendevano quasi sulle porte.

Per un sogno (visione notturna) ogni anno in un giorno stabilito mendicava una moneta dal popolo offrendo la mano vuota a coloro che porgevano gli assi.
(By Maria D. )

Versione tratta da Svetonio

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