Due assoluzioni… insperate

L. Piso a L. Claudio Pulchro de vi accusatus...

L. Pisone accusato da L Claudio Pulcro di violenza, per il fatto che aveva apportato gravi e intollerabili ingiurie ai soci, evitò con l'aiuto fortuito il timore di un'incerta rovina:

ed infatti durante quello stesso tempo, in cui venivano espresse tristi sentenze su di lui, avvenne un una violenza repentina di tempesta, e baciando prostrato a terra i piedi dei giudici, riempì il suo viso di fango. Tale visione tramutò l'intera questione dalla severità alla clemenza e alla mansuetudine, perché credettero che lui condotto lì per necessità avesse dato ormai sufficientemente agli alleati gravi pene da essere costretto a gettare via se stesso supplichevolmente e sottrarre tanto deformemente.

Esponendo la causa del parricidio I fratelli di cielo nati nello splendido luogo di Terracina, il cui padre T Celio riposandosi in camera da letto, giacendo i figli su un altro letto, era stato ucciso, e non trovandosi nessun figlio e nessun servo, appartenendo a costui il sospetto dell'omicidio, furono assolti dal crimine di parricidio, perché ai giudici divenne chiaro che quelli aperta la porta furono trovati che dormivano.

Il sonno indice di sicurezza innocente portò aiuto ai miseri: si giudicò infatti che la natura non ammettesse che ucciso il padre avrebbero potuto prender sonno sopra le ferite e il suo sangue.
(by Maria D.)

Versione tratta da Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri

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