Il desiderio di notorietà non si addice a un uomo saggio
Num igitur ignobilitas aut humilitas aut etiam popularis...
Dunque forse la bassezza di condizione o l'umiltà o anche il malcontento popolare ostacolerà il sapiente ad essere beato?
Il nostro Demostene veramente futile, che asseriva di essere dilettato della donnicciola che porta l'acqua e che sussurrava all'altra: "Questo è quel Demostene". Cosa c'è di più futile dell'uomo che si vanta della propria fama? Ma quanto grande è l'oratore! Bisogna dunque comprendere che non bisognerebbe desiderare per sé questa stessa gloria popolare e non temere la mancanza di fama. Democrito disse: "Giunsi ad Atene e nessuno mi ha conosciuto lì". Un uomo severo e costante a tal punto, da gloriarsi di essersi allontanato dalla gloria!
O quei flautisti, che utilizzano i flauti, secondo il loro arbitrio, non moderano i canti e i ritmi, e l'uomo saggio fornito di un'arte molto più grande ricercherà non cosa sia verissimo, ma cosa voglia il volgo?
Quello in verità disprezzerà le nostre ambizioni e le leggerezze e rigetterà gli onori del popolo conferiti anche oltre; noi invece non sappiamo che li disprezziamo prima di cominciare a pentircene.
Versione tratta di Cicerone, Tusculanae disputatione