L'onta della sconfitta di Quintilio Varo
Sed difficilius est provincias obtinere quam facere;...in ripa Rheni fluminis staret.
Ma è più difficile ottenere le province che istituirle; si procurano con le forze, sono tenute per diritto.
Dunque ciò è una breve gioia. In effetti i germani erano stati sconfitti più che lasciati andare, e sotto l'Imperatore Druso guardavano i nostri costumi più che le armi; dopo che quello morì, cominciarono ad odiare la libidine la superbia e soprattutto la crudeltà di Quintilio Varo. Quello osò fare l'assemblea, e molto sconsiderato l'aveva indetta, come se potesse con la voce dell'araldo e con le verghe del littore frenare la violenza dei barbari. Ma quelli, che videro prima di tutto le toghe e i diritti crudeli con le armi, sotto la guida di Armenio, afferrarono le armi; ma Varo aveva tanta fiducia della pace, che pure realizzata per mezzo di Segeste uno dei principi non fu smosso dalla congiura.
Pertanto i Germani assalendo all'improvviso costui colto di sorpresa e che non temeva nulla di simile chiamando quello dinanzi al tribunale, invasero da ogni parte; fu preso l'accampamento, furono oppresse tre legioni. Per le paludi e per le selve non ci fu nulla di più cruento di quella strage, niente di più dell'assalto dei barbari, tuttavia specialmente verso i patroni delle cause.
Amputavano ad alcuni gli occhi, ad altri le mani, fu cucita la bocca di uno, anche il corpo dello stesso console, che la pietà dei soldati aveva coperto con la terra, fu distrutto. Da tale strage avvenne che l'impero, che non si era mantenuto saldamente sul litorale dell'oceano, si mantenne saldamente sulla riva del fiume reno. (by Maria D.)
Versione tratta da Floro
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