La conquista di Anzio (Versione latino)
Ubi inluxit, Romanus integer satiatusque...
Non appena si fece giorno, (l'esercito) romano integro e ristorato dal sonno avanzando in schiera, incalzando quello Volscio affaticato durante la veglia, crollò al primo attacco; anche se i nemici si erano arresi più che essere respinti, dato che da dietro c'erano i pendii in cui fu accolto sicuro con le file integre.
Il console non appena si giunse ad un luogo sfavorevole, fermò l'esercito schierato a battaglia. Il soldato si tenne a stento, gridava ad alta voce e chiedeva che gli fosse permesso d'incalzare su quelli abbattuti. I cavalieri agivano più ferocemente; quelli sparsi intorno al condottiero gridavano che sarebbero andati dinanzi alle insegne. Mentre il console temporeggiava, fiducioso nel valore dei soldati, anche se si fidava poco del luogo, gridarono che sarebbero andati e l'evento seguì il clamore.
Dopo che furono fissati a terra i giavellotti, per scalare più leggeri il colle, subentrarono nella corsa. L'esercito volscio, i missili le armi da getto scagliati al primo attacco, lanciò i sassi che erano davanti ai piedi contro coloro che erano subentrati, incalzò quelli sconvolti dai frequenti colpi dal luogo superiore. I Romani in un primo momento resistettero con gli animi ostinati; poi, non appena coloro che occupavano il luogo ricambiavano la forza con la forza, osarono avanzare oltre e rinnovato il clamore posero in movimento l'esercito schierato a battaglia; allora ricevuto nuovamente l'attacco si liberarono a fatica e superarono completamente l'iniquità del luogo.
In tal spavento fu preso l'accampamento: quelli che dei Volsci riuscirono a fuggire, si diressero ad Anzio. E l'esercito romano fu condotto ad Anzio. La città circondata (dopo essere stata circondata) pochi giorni si consegnò. (si arrese).
(By Maria D. )