Un collezionista di statue senza scrupoli
Utinam Verres ne in Orientem profectus esset! Chio per vim signa pulcherrima dico abstulisse, item Erythris et Halicarnasso. Tenedo (praetereo pecuniam quam eripuit)...
Avesse voluto il cielo che Verre non fosse partito per l'oriente! Dico che da Chio portò via bellissime statue, parimenti da Eritri e da Alicarnasso.
Da Tenedo so bene la ricchezza che portò via, portò via con grande gemito della cittadinanza lo stesso Tene, che presso gli abitanti di Tenedo è considerato la santissima divinità, che si dice avesse fondato quella città, dal cui nome è chiamata Tenedo, questo stesso, direi, divenne molto splendidamente Tene, che voi avete visto una volta in comizio.
Cos'altro dovrei dire? In verità quell'espugnazione dell'antichissimo santuario e della nobilissima Giunone di Samo quanto fu luttuosa a Samo! Quanta avversità all'intera Asia, quanto famosa presso tutti, quanto inaudita a nessuno di voi! Per tale espugnazione essendo giunti i legati presso C.Nerone in Asia a Samo, portarono il responso che lamenti di tal genere, che appartenevano ai legati del popolo romano, non occorreva che fossero state fatte giungere al pretore bensì a Roma.
Quali tavolette, quali statue costui portò via lì! Che cose ho sperimentato io in persona in merito a costui essendo giunto recentemente a casa per sigillare.
(By Maria D. )
Versione tratta Cicerone, In Verrem II