Un decurione romano risolleva il morale dei commilitoni
Nondum fuga certa,...
Non c'era ancora la fuga certa, non c'era ancora la vittoria; i Romani sembravano più che si nascondessero che combattessero; i Volsci invece attaccavano, incalzavano l'esercito schierato a battaglia, vedevano più le stragi dei nemici che le fughe.
Non valeva nulla né l'impero né la maestà, e avrebbero subito voltato le spalle ai nemici, se Sex. Tempanio, decurione dei cavalieri, non fosse sopraggiunto con imminente coraggio. Costui avendo esclamato a gran voce che i cavalieri, se avessero voluto che lo stato fosse salvo, sarebbero dovuti saltar giù dai cavalli, i cavalieri di tutti gli squadroni mossi per così dire in base al comando del console, disse: "Se questa coorte armata di scudo leggero impedisce l'attacco dei nemici, si è operato secondo l'ordine.
Seguite la mia lancia dinanzi al vessillo; mostrate ai Romani e ai Volsci e non a voi cavalieri che alcuni cavalieri sono fanti non uguali ai fanti". Essendo stata approvata l'esortazione con grida, avanzò portando in alto la lancia.
La battaglia fu reintegrata in tutti i luoghi, in cui portò l'attacco; non c'era dubbio che, se tanto pochi potessero passare in rassegna tutte le cose, i nemici sarebbero stati destinati a voltare le spalle.
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio