Un'esitazione pagata a carissimo prezzo

Erat in exercitu Alexandri Sisenes Perses. Quondam a praetore Aegypti missus ad Philippum, exsilium patria sede mutaverat et regis amicitia fruebatur; secutus ...

C'era nell'esercito di Alessandro il persiano Sisene. Dato che fu inviato dal pretore dell'Egitto presso Filippo, aveva cambiato l'esilio dalla patria con una sede e fruiva dell'amicizia del re; seguendo poi in Asia Alessandro, era considerato tra gli alleati fedeli.

A lui un soldato cretese consegnò una lettera sigillata con un anello, il cui sigillo era ignoto. Nabarzane, pretore di Dario, l'aveva inviata ed esortava Sisene a manifestare qualcosa degno della nobiltà e dei costumi: ciò sarebbe stato presso il re di grande onore per lui. Sisene, dato che era innocente, tentò spesso di portare a conoscenza questa lettera presso Alessandro;

ma vedendo che il re era incalzato da tante preoccupazioni e dalla preparazione della guerra, attendendo il momento più opportuno, diede adito al sospetto (offrì il sospetto) di un inizio di una decisione scellerata. Ed infatti la lettera, prima che gli fosse restituita, era giunta nelle mani di Alessandro, e dopo che fu letta e impresso il sigillo dell'ignoto anello, il re ordinò che fosse data a Sisene per valutare la fiducia di costui.

Sisene, dato che per parecchi giorni non si era avvicinato al re, sembrò che l'avesse intercettata per un piano scellerato e per ordine del re fu senza dubbio ucciso nella schiera dai Cretesi.
(By Maria D. )

Versione tratta Curzio Rufo, Historia Alexandri Magni

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