Una brutta avventura in mare
Dignum quod memoretur est Lichae navis naufragium, in quo et nos implicati sumus. Dum haec talia iactamus, et piscibus vescimur, inhorruit mare,...
Il naufragio della nave di Lica, in cui anch'io ero implicato, è degno di essere ricordato.
Mentre trattavamo queste tal cose, e ci cibavamo dei pesci, il mare si irrigidì, e le nubi tratte da ogni parte ricoprirono il giorno di tenebre. I marinai correvano qua e là trepidandosi per i doveri, sottrassero le vele dalla tempesta. Ma ormai il vento aveva urtato i flutti impetuosi, che il timoniere non sapeva dove destinare la rotta: lo stesso Lica si impadronì del timone.
Il vento offriva ora la Sicilia, molto spesso aquilone possessore del litorale italico volgeva l'imbarcazione sprovveduta qua e là, e la cosa più pericolosa di ogni tempesta, era che l'oscurità tanto fitta improvvisamente aveva oppresso la luce, che il timoniere non vedeva neppure l'intera prua. E così dopo che la catastrofe si manifestò iniziò a prendere corpo, il vento scosse pure Lica che gridava in mare, e la tempesta condusse intorno costui che era di nuovo assalito dal minaccioso vortice e lo inghiottì.
Ma i servi più fedeli presero Trifena ormai quasi senza forza, e postala su uno scafo con la maggior parte dei bagagli la condussero via da una certissima morte.
(By Maria D. )
Versione tratta da Petronio, Satyricon