Rassegna di oratori greci - Versione latino Cicerone libro instrumenta

Rassegna di oratori greci
versione latino Cicerone traduzione dal libro instrumenta

Exstitit, iam senibus oratoribus illis quos paulo ante dixit, Isocrates, cuius domus omni Graeciae quasi ludus quidam patuit atque officina dicendi, magnus orator et perfectus magister, quamquam forensi luce caruit intraque parietes domesticos aluit eam gloriam quam nemo, meo quidem iudicio, est postea consecutus.

Is et ipse scripsit multa praeclara et docuit alios et primus intellexit etiam in soluta oratione numerum quendam oportere servari.

Nam aures ipsae quid plenum, quid inane indicant. [...] Tum fuit Lysias, ipse quoque in causis forensibus non versatus, sed egregie subtilis scriptor atque elegans, quem iam prope dicere audeas oratorem perfectum. Nam plane quidem perfectum et cui nihil admodum desit Demosthenem facile inveneris.

[...] Huic Iperides proximus et Aescines fuit et Lycurgus et Dinarcus et is, cuius nulla extant scripta, Demades aliique plures. Haec enim aetas maximam oratorum effudit copiam et, ut opinio mea fert, sucus ille et sanguis incorruputus usque ad hanc aetatem fuit.

Quando quelli, che abbiamo ricordato poco fa, erano ormai vecchi, fior' dunque Isocrate, " la cui casa si aprì a tutta la Grecia quasi come una scuola e un laboratorio di eloquenza;

grande oratore e perfetto maestro, sebbene gli mancasse la luce del foro, ed egli nutrisse nel chiuso della sua casa quella gloria che, a mio parere, nessuno è in seguito riuscito a conseguire. Costui scrisse di suo molti discorsi eccellenti, e insegnò ad altri a farlo; migliore per tutto il resto di quanti lo avevano preceduto, fu tra l'altro il primo a comprendere che anche nella prosa - purchè si eviti di fare dei versi - E' tuttavia necessario osservare un certo ritmo e una certa cadenza.

E' infatti l'orecchio stesso a distinguere i pieni e i vuoti, Visse allora Lisia: " se è vero che non ebbe l'abitudine di cimentarsi direttamente nelle cause forensi, fu però scrittore egregiamente semplice ed elegante; quasi già ci si potrebbe azzardare a definirlo oratore perfettamente compiuto. Giacchè proprio compiuto alla perfezione, uno al quale non manca praticamente niente, può esser detto senz'altro Demostene.

Si avvicinano a lui Iperide, Eschine, Licurgo, Dinarco, Demade, del quale non restano scritti, e numerosi altri. Quest'epoca produsse infatti tale abbondanza; e, secondo me, linfa e sangue si conservarono incorrotti fino a questa generazione di oratori

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