Il destino è cieco - INSULAE MORFOSINTASSI - versione latino Cicerone

Traduzione libro Insulae morfosintassi b
pag. 102 es. 39 Il destino è cieco
versione latino Cicerone

Diagoras Ateus ille qui dicitur cum Samothracam venisset, , atque ei quidam amicus: 'Tu, qui deos putas humana neglegere, nonne...

Diagora, quello che chiamano l'ateov enne un giorno a Samotracia e così fu interpellato da un amico: «Tu che ritieni che gli dèi si disinteressino delle vicende umane, non ti accorgi, osservando le tavolette votive, quanti uomini in seguito alle loro preghiere sfuggirono alla violenza della tempesta e giunsero salvi in porto?

». « E' proprio così » rispose Diagora « dato che in nessun luogo poterono farsi dipingere quelli che fecero naufragio e perirono in mare ». Durante un viaggio per mare lo stesso Diagora, di fronte alla costernazione dei piloti che, atterriti dalla tempesta, attribuivano quella loro dis grazia al fatto di averlo accolto sulla nave, fece loro osservare che molte altre navi in navigazione sulla medesima rotta si trovavano in pericolo e chiese loro se per caso anche su quelle viaggiasse un Diagora.

Sta di fatto che agli effetti della buona e della cattiva fortuna non hanno alcuna importanza le tue doti morali e la tua condotta di vita.

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