I figli di Rea Silvia
Amulius Albae rex cum Rhea Silvia geminos paruisset protinus statuit eos...
Amulio, re di Alba, dopo che Rea Silvia ebbe partorito i gemelli, decise di ucciderli immediatamente.
Coloro, ai quali ciò era stato ordinato, messi i fanciulli in una piccola imbarcazione, li gettarono nel Tevere, nei pressi delle pendici del monte Palatino, che allora era straripato a causa delle grandi piogge. Da lì, dopo che la piccola imbarcazione nella quale si trovavano i fanciulli, si fu incagliata ad una pianta di fico, una lupa, destata dal vagito dei fanciulli, dapprima li pulì leccandoli, poi offrì loro le mammelle.
Allora il villico Faustolo, che aveva assistito a tutto, si avvicinò, prese i fanciulli e li dette a sua moglie Acca Larenzia. Parecchi scrittori aggiungono un elemento stupefacente: mentre Faustolo osservava, arrivò in volo un picchio con la bocca piena di cibo e lo lanciò ai fanciulli: il lupo e il picchio, sacri a Marte, evidentemente furono inviati per la protezione dei fanciulli.
La pianta, presso la quale i fanciulli erano stati abbandonati, fu detta Ruminale, poiché riposando sotto l'ombra di essa la mandria è solita ruminare nel pomeriggio.