Verres itinerum laborem qui vel maximus est in re militari et in Sicilia maxime necessarius facilem sibi ...

In questa maniera (hoc modo), Verre rese facile e piacevole per sé (sibi) la fatica dei viaggi, che è enorme in ambito militare, e inevitabile specialmente in Sicilia.

Aveva scelto la città di Siracusa, della quale l'ubicazione, e la tipologia del luogo e del clima, sono tali che le persone vedono sempre il sole in qualche momento della giornata; codesto pretore viveva qui nei mesi invernali, e nessuno lo vide fuori di casa. All'inizio della Primavera si dedicava all'attività e ai viaggi.

In questi si dimostrava tanto paziente e solerte che nessuno lo vide mai mentre era seduto sopra un cavallo. Infatti veniva portato con una lettiga, nella quale stava un cuscino splendido, imbottito di rose; quanto a lui, aveva una prima corona di rose sulla testa, e una seconda sul collo, e si portava alle narici una piccola rete piena di rose. E così, dopo che era giunto in una qualche città, per mezzo della medesima lettiga veniva trasportato in camera, dove venivano fatti entrare i funzionari dei Siculi e i cavalieri Romani.

Nella medesima camera, le leggi venivano scritte per denaro, non per senso di giustizia.

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