Anche i grandi uomini hanno bisogno di svago
Saepe ex socero meo dicere audivi Laelium fere ...
Ho udito spesso da mio suocero, quando egli raccontava che suo suocero Lelio quasi sempre con Scipione erano soliti occuparsi di lavoro campestri e che - incredibile a dirsi - erano soliti giocare incredibilmente come bambini, quando scappavano dalla città in campagna come fuggissero dalle catene/dai carceri.
Non oso parlare su tali uomini, ma tuttavia racconta Scevola, che essi erano soliti passeggiare sulla costa vicino a Gaeta e a Laurento raccogliere le conchiglie e le chiocciole marine abbandonarsi ad ogni distrazione e svago dell'animo. La situazione sta infatti in questi termini, che, come vediamo che gli uccelli modellano e costruiscono nidi, ma poi essi stessi, dopo aver completato qualcosa, al fine di alleggerire la propria fatica, svolazzano di qua e di là liberamente, liberi dal lavoro;
allo stesso modo, i nostri animi, liberi dagli impegni politici e dal lavoro cittadino, gioiscono e desiderano vagare liberi da preoccupazione e fatica.
Versione tratta da Cicerone