Annibale: un espediente per vincere Eumene (Cornelio Nepote)
Sic conservatis suis rebus Poenus illusis Cretensibus omnibus ad Prusiam in Pontum pervenit....
Così salvaguardate le proprie cose il Cartaginese "Annibale" ingannati tutti i Cretesi giunse nel Ponto presso Prusia.
Fu presso costui con lo stesso animo verso l'Italia e non fece alcuna cosa salvo che armò il re e mosse contro i Romani. Vedendo che costui era meno forte nelle forze interne, riuniva tutti gli altri re, radunava le nazioni bellicose. Il re Eumene di Pergamo, molto amico dei Romani, dissentiva da lui, e si era intrapresa una guerra tra loro sia per mare che per terra; ma da entrambe le parti Eumene valeva di più per l'alleanza dei Romani. Ancor di più Annibale desiderava che costui fosse oppresso; se l'avesse rimosso, credeva che tutte le altre cose per lui stesso sarebbero state più facili.
Per ucciderlo escogitò questo piano. Si stava per risolvere in pochi giorni con una battaglia navale. Era sovrastato dalla moltitudine delle navi; bisognava combattere con l'inganno, non essendo pari in armi. Ordinò che si ammassassero quanto più possibile serpenti velenosi vivi e si gettassero in vasi di terracotta. Avendone raccolta una gran moltitudine, nello stesso giorno, in cui si stava per compiere la battaglia navale, convocò la ciurma della flotta e gli ordinò, di Accorrere tutti nell'unica nave del re Eumene, di avere il tanto che bastava per difendersi da tutte le altre.
Quelli avrebbero conseguito ciò facilmente grazie alla moltitudine dei serpenti. Il re invece in quella nave aveva il timore, che non sapessero, cosa questi avrebbe fatto. Sia se l'avessero preso sia se l'avessero ucciso, promise a costoro che avrebbero avuto una grande ricompensa.
(By Maria D. )