Cicerone chiede a Cesare il perdono per Quinto Ligario
In Q. Ligario conservando, tu quidem gratum facies...
Nel salvaguardare Q Ligario, tu in verità farai cosa gradita a molti tuoi amici, ma, ti prego, considera quanto segue: posso anche mettere davanti agli occhi i fortissimi uomini sabini stimatissimi da te e tutto il campo sabino, fiore dell'Italia E forza dello stato; hai conosciuto ottimamente quegli uomini.
Renditi conto della mestizia e del dolore di tutti loro; di quel T Brocco, di cui non dubito cosa pensi, vorrei che tu potessi vedere le lacrime di questo stesso e del figlio.
Cosa potrei dire in merito ai suoi fratelli? Non pensare, Cesare, che noi agiamo per la testa di un solo uomo; o i tre Ligari dovrebbero essere trattenuti da te in città o i tre dovrebbero essere scacciati dalla città. Infatti per loro qualsiasi esilio è più gradito della patria, della casa, degli dèi penati, vivendo in esilio solo quello. Se fanno ogni cosa fraternamente, piamente, con dolore, le loro lacrime ti commuoverebbero, la fratellanza ti smuoverebbe.
Quando hai vinto, ascoltavamo che tu dichiaravi che noi reputavamo avversari tutti coloro che non erano con noi invece che tu reputavi nemici tutti quelli che erano contro di te.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone