Il passero e la lepre
Passer leporem ab aquila oppressum ignave sic irridebat... fata tua, tam tristia quam mea».
Un passero derideva così vilmente una lepre afferrata da un'aquila: "lepre, dov'è ora la tua famosissima agilità?
Dove sono i tuoi piedi più veloci (celeriores) delle ali?". Il passero, mentre pronunciava queste parole, fu rapito all'improvviso da uno sparviero.
Lo sparviero è infatti non solo più grande (maior) ma anche più veloce del passero, che è inferiore (inferior) di forze (rispetto alle forze). Allora la lepre esanime: "Ecco il passero consolatore del moribondo! Ecco la fine di costui!
Prima deridevi i miei mali, ora deplori il tuo destino tanto triste (tam tristia) come il mio". La favola insegna: è sciocco deridere gli altri che si trovano in durissime sventure.
(by Maria D.)