La frugalità di Catone
M. Cato, consularis et censorius, dicit villas suas ...habere et nihil tamen egere, sed desiderio et cupiditate ardent.
Marco Catone, ex console e censore dice che le sue case di campagna erano [state] in stato di abbandono e non rifinite e che non c'era intonaco all'interno fino al sessantesimo anno della sua età. Ed usa queste parole:
"Io non posseggo né una casa, né vasellame, né alcun abbigliamento di gran prezzo, non ho schiavi costosi né un'ancella. Se c'è qualcosa che io possa usare, la uso; se non c'è, ciò che ho mi è sufficiente/mi basta.
A ciascuno è lecito usare e fruire dei propri averi. E poi aggiunge: mi disprezzano perché sono privo di molte cose, ma io biasimo quelli, poiché non sono in grado di vivere senza". Questa autentica verità dell'uomo di Tuscolo/Tuscolano, che diceva di essere privo di molte cose, ma di non desiderare niente, tuttavia spinge alla parsimonia più che le parole dei filosofi greci che dicono di non avere niente e niente tuttavia manca loro ma ardono dal desiderio e dalla cupidigia.<br />(by Vogue)
Versione tratta da Aulo Gellio