Quocumque me verto, argumenta senectutis
Dovunque mi volti, vedo i segni della mia vecchiaia. Ero giunto nella mia villa alle porte della città e mi lamentavo dell'edificio che cadeva a pezzi.
Il fattore mi disse che ciò non era colpa della sua negligenza, ma che la villa era vecchia. Questa villa crebbe tra le mie mani. Che cosa mi accadrà, se i sassi della mia età sono così malandati? Adirato con il fattore, colsi un'altra occasione per sdegnarmi: "È evidente" dissi "che questi platani vengono trascurati; ormai non hanno nessuna fronda". Il fattore giurò che non ometteva la cura in alcuna cosa, ma che gli alberi erano piuttosto vecchi.
Ma io li avevo piantati, io avevo visto le loro prime foglie. Girandomi verso la porta: "Chi è questo vecchio decrepito che si è piazzato di fronte alla porta?". E quello: "Non mi riconosci?
Io sono Felicione, quello a cui tu da ragazzino eri solito portare in dono le statuette". Devo questo alla mia villa alle porte della città; il fatto che mi risultò chiara la mia vecchiaia.