Lucio Tarquinio, catturato promette rivelazioni sulla congiura di Catilina
Interea plebs, coniuratione patefacta, quae primo cupida rerum novarum nimis bello favebat, mutata mente, Catilinae..., ad urbem accedere, quo et ceterorum animos reficeret et illi facilius e periculo eriperentur.
Frattanto la plebe svelata la congiura, che inizialmente desiderosa di novità era molto favorevole alla guerra, mutata la mente, malediva i piani di Catilina, elevava al cielo Cicerone: come se strappata dalla schiavitù fantasticava gioia e letizia.
Ed infatti riteneva che gli altri misfatti di guerra ci sarebbero stati più nel bottino che nella perdita, che un incendio sarebbe stato in verità crudele, eccessivo e rovinoso soprattutto per se stessa, effettivamente aveva tutte le risorse nell'uso quotidiano e cura del corpo.
Dopo tale giorno un certo L. Tarquinio era stato condotto al senato, che affermavano che era stato catturato durante il viaggio mentre avanzava verso Catilina. Dato che costui diceva che avrebbe fatto rivelazioni in merito alla congiura, se gli fosse stata attribuita la pubblica fiducia, comandato dal console, al fine di conoscere tali cose, rivelò, all'incirca le stesse cose, che Volturcio, aveva reso note al senato relativamente agli incendi che erano stati organizzati, alla strage degli onesti, al tragitto dei nemici;
inoltre che era stato inviato da M. Crasso, per informare Catilina, che Lentulo e Cetego e gli altri catturati della congiura non lo spaventassero e tanto più si affrettasse ad accedere in città, quanto più avrebbe rafforzato gli animi di tutti gli altri e quelli sarebbero stati sottratti più facilmente dal pericolo.