Fracti bello Danai immanem equum divina Palladis arte aedificant, sectaque abiete costas intexunt ...
Sfiancati dalla guerra, i Greci fabbricano un immenso cavallo con la divina arte di Atena e, con un abete tagliato, intrecciano i fianchi; fingono un voto per il ritorno; la voce si diffonde.
Vi racchiudono segretamente, nel lato nascosto, degli uomini scelti, sorteggiati, e colmano interamente le smisurate cavità e la pancia con i soldati armati. Tenedo è in vista, isola famosa, ricca di risorse finché perduravail regno di Priamo: i Greci, spintisi qui, si nascondono sulla spiaggia deserta; i Teucri, scorto il vuoto accampamento dei nemici, i luoghi disertati e la spiaggia abbandonata, spalancano le porte e ammirano la grandezza del cavallo. Tanti, temendo un inganno, desiderano gettare in mare il dono sospetto, oppure perforare ed esplorare i cavi recessidel ventre.
Il popolo, dubbioso, si divide in fazioni opposte. Dalla sommità della rocca accorse là, primo tra tutti, il sacerdote Laocoonte, e si rivolse ai Troiani: Racchiusi nel cavallo di legno si celano i Greci; non credete al cavallo, o Troiani! Temo i Greci, anche se recano doni. Avendo parlato così, con le vigorose energie vibrò una grossa lancia contro il fianco e contro il ventre rigonfio del cavallo. La lancia restò conficcata vibrando, e le profonde cavità rimbombarono. In seguito, mentre Laocoonte immola un enorme toro sugli altari, due serpenti gemelli dall'isola di Tenedo si dirigono, con le smisurate spire, verso le spiagge; i Troiani, agghiacciati dall'orrore, fuggono disordinatamente.
I serpenti aggrediscono Laocoonte; e dapprima tutti e due i serpenti avvolgono in una stretta i piccoli corpi dei figli del sacerdote, e divorano a morsi le membra sventurate; quindi, i serpenti afferrano il sacerdote e lo avvincono con le enormi spire; e subito, avvolti due volte i fianchi, uccidono Laocoonte.