Leander Abydenus pulcher puer erat et Heron, pulchram puellam, vehementer amabat ...
Leandro era un bel fanciullo di Abido, ed amava intensamente Ero, bella fanciulla. Il fanciullo e la fanciulla erano separati dall'Ellesponto, un stretto golfo di mare tra Sesto e Abido: infatti Leandro abitava ad Abido, Ero invece viveva a Sesto, sulla costa della Tracia.
Leandro desiderava essere a portata di mano per la fanciulla, ma il mare era burrascoso e le onde erano torbide a causa dei venti.
Leandro sedeva su uno scoglio e guardava, triste, le vicine coste della Tracia. Per tre volte il fanciullo appoggia il vestito sulla sabbia asciutta, e per tre volte, nudo, si tuffa nel mare, ma il mare rigonfio si oppone a Leandro. La Borea, un vento non dolce, si accanisce contro il povero Leandro.
Così Leandro supplica Eolo, il dio dei venti, e chiede la fine della tempesta, ma il crudele Eolo non ascolta il fanciullo sventurato: il mare viene sempre sconvolto dal vento impetuoso.