Pausanias, Lacedaemonius magnus vir, magnam gloriam turpi morte maculavit: nam virtutibus eluxit sed vitiis est obrutus ...
Pausania, importante uomo spartano, macchiò con una morte vergognosa la grande gloria: brillò infatti per le virtù, ma fu sopraffatto dai vizi. È degna di memoria la battaglia presso Platea, dove Pausania fu comandante degli Spartani:
il satrapo regio Mardonio, insieme a numerosi fanti e cavalieri, fu respinto dall'esercito della Grecia, sparuto ed inferiore.
Pausania però, superbo per la vittoria, mescolò il male con il bene, e ordì nei confronti di Sparta ignobili macchinazioni per il potere. Fu perciò accusato di delitto capitale e, quando fu prosciolto, fu tuttavia multato in denaro, e non fu restituito alla flotta. Pertanto Pausania inviò lettere ai Persiani, per fare un accordo con loro contro Sparta.
Ma, dopo che gli Spartani vennero a conoscenza del suo piano, decretarono di mettere Pausania in carcere. Egli si rifugiò nel tempio di Minerva, e vi perì di fame e di sete, perché il tempio fu sbarrato.