Sacrifici umani e altri riti dei Galli.
Tutta la nazione dei Galli è estremamente dedita alle pratiche religiose; e per quella ragione coloro che sono affetti da malattie mortali e si trovano nelle battaglie e nei pericoli, o sacrificano uomini come vittime, oppure fanno voto che sacrificheranno se stessi, e designano i druidi come esecutori per tali sacrifici:
infatti ritengono che la volontà degli déi immortali si plachi se in cambio della vita di un uomo è immolata una vittima umana. Spesso fabbricano delle statue di enorme statura e riempiono le loro membra, intrecciate di vimini, con uomini vivi. Incendiate le statue, gli uomini, circondati dal fuoco, vengono uccisi atrocemente.
Credono che agli déi immortali siano estremamente graditi i sacrifici di ladri e briganti: quando però, viene meno la disponibilità di quel genere (di uomini), acconsentono anche ai sacrifici di uomini innocenti. I Galli vanno dicendo che tutti loro sono figli del padre Dite e affermano che ciò è stato tramandato dai druidi.
Per quella ragione calcolano i periodi di tutto il tempo non con il numero dei giorni, ma (con il numero) delle notti. I funerali sono magnifici e sontuosi: gettano nel fuoco tutto quello che giudicano essere stato a cuore ai vivi, anche gli animali, e fino a poco tempo fa venivano arsi gli schiavi e i sudditi cari a quelli, a funerale consumato.