Tattica militare di Cesare
Brevi spatio interiecto hostes ex omnibus partibus signo dato ad proelium decurrunt...
Dopo che fu passato breve tempo, i nemici, dato il segnale, corrono alla battaglia da tutte le direzioni, scagliando contro la palizzata pietre e giavellotti.
I nostri, in un primo momento, resistono animosamente, e, laddove l'accampamento, privato dei difensori, sembrava essere abbattuto, accorrono in quel punto e portano aiuto. Ma dopo, poiché, a causa della lunga durata della battaglia, i nemici esausti si ritiravano dal combattimento, subentravano altri con le forze fresche; (viceversa), nessuna di queste cose poteva essere fatta dai nostri a causa del loro scarso numero.
Quando ormai si combatteva da più di sei ore, ed ai nostri mancavano non soltanto le forze, ma addirittura le armi, P. Sesto Baculo, centurione della prima linea, e allo stesso modo C. Voluseno, tribuno dei soldati, corrono da Galba e spiegano che c'è una sola speranza di salvezza: se, compiuta una sortita, tentino il tutto per tutto. Quindi, dopo aver convocato i centurioni, ordinò velocemente ai soldati che interrompessero per un pò la battaglia e si riprendessero dalla fatica, poi, una volta dato il segnale, che compissero una sortita dall'accampamento, e riponessero nel valore ogni speranza di salvezza.
Essi fanno ciò che è stato ordinato loro, e all'improvviso, compiuta la sortita da tutte le porte, e rovesciatasi la sorte, uccidono, dopo averli accerchiati da tutte le parti, coloro che erano giunti alla speranza di impadronirsi dell'accampamento.
Versione tratta da: Cesare