Giudizio su Cicerone
Hic tu fortasse iandudum requiras, quo in numero locem M. Tullium qui caput...veterum carminum memoria indagantur.
A questo punto, è possibile che già da un poco tu ti stia domandando in quale considerazione io ponga M. Tullio (parla di Marco Tullio Cicerone), che passa per essere il fondatore e la fonte della facondia romana, lo penso che lui.
sotto ogni rispetto, abbia parlato, con un linguaggio molto elegante e. davanti a tutti gli altri oratori, sia riuscito grandioso nel porgere in modo ornato e impeccabile quel pensiero che volesse esprimere. In vero, ho l'impressione che egli si sia tenuto lontano da espressioni troppo ricercate ed astruse, sia per la grandezza d'animo sia per scongiurare difficoltà di comprensione.
La mia impressione, che mi proviene dall'aver letto e riletto tutte le sue opere con molta attenzione e passione, è che egli abbia conosciuto e trattato a fondo tutti i generi di parole in modo molto esauriente e facondo: parole proprie, traslate, semplici, composte e (infine)
parole "ben formate", che dappertutto rilucono nelle sue opere, e frequentemente anche amene; mentre comunque in tutte le sue orazioni trovi pochissimi vocaboli del tutto inattesi e impensati che non si scoprono se non con impegno, attenzione e sollecitudine e con le indelebili reminiscenze degli antichi carmi.