Esempi di severità nel punire le donne - Latino in Laboratorio
Latino in Laboratorio pagina 157 numero 106
Apud antiquos Romanos severitas se exercuit non tantum in viris puniendis ....... nihil aliud quam, se ignorante, ludos ausam (sott. esse) spectare.
Presso gli antichi romani si esercitò la severità non tanto nel punire gli uomini ma anche nel sottoporre a supplizio le donne.
Publicia e allo stesso modo Licinia, che avevano ucciso con il veleno il console Postumio Albino e Claudio Asello, loro mariti, furono strangolate per decisione dei familiari: quegli uomini severissimi, (furono) risoluti in un così evidente delitto (ritennero che) non si dovesse attendere il lungo lasso di tempo che sarebbe intercorso prima della celebrazione del processo e così le punirono. La severità di costoro fu mossa ad esigere vendetta da un grande crimine. Meno grave (minore) fu la causa di Egnazio Mecenio che percossa la moglie con un bastone la uccise, perché l'aveva vista bere del vino:
questo fatto non solo mancò di accusatore, ma nemmeno chi lo criticasse, dato che ciascuno riteneva che ella (la moglie di Egnazio Mecenio) avesse pagato con un'ottima punizione esemplare la pena per aver violato la sobrietà. E certamente qualsiasi donna desideri smodatamente (fare) uso di vino, chiude la porta a tutte le virtù e la apre a tutti i comportamenti peccaminosi.
Né diveramente sperimentò Quinto Antistio Vetere, ripudiando la moglie perché l'aveva vista in pubblico mentre in segreto con una liberta, turbato dalla colpa che poteva comportare non dalla colpa in sè, punì la colpa in maniera preventiva ancor prima che fosse commesso per prevenire l'offesa piuttosto che vendicarla. A costoro va aggiunto Publio Sempronio Sofo che bollò con il ripudio la moglie, perchè aveva osato assistere ai giochi a sua insaputa.