Cesare si prepara alla guerra contro Ambiorige - Cesare versione latino
Cesare si prepara alla guerra contro Ambiorige
versione di latino di Cesare
2 TRADUZIONI DIVERSE PER LO STESSO TITOLO
Traduzione dal libro versione latina per il biennio n. 288 PAG 250
Caesar postquam per Ubios exploratores comperit Suebos se in silvas recepisse, inopiam frumenti veritus, quod, ut supra demonstravimus,...
Cesare dopo che venne a sapere attraverso gli esploratori Ubi che gli Svevi si erano ritirati nelle selve, temendo la scarsità di vettovagliamento, perché, come prima dicemmo, i Germani non praticano minimamente l'agricoltura, decise di non avanzare più a lungo; ma, per non togliere completamente ai barbari la paura di un suo ritorno e per ritardare i loro aiuti, riportato indietro l'esercito taglia l'ultima parte del ponte, che toccava le rive degli Ubi per la lunghezza di duecento piedi ed all'estremità del ponte costruisce una torre di quattro piani e pone una guarnigione di dodici coorti per custodire il ponte e rafforza quel luogo con grandi fortificazioni.
Mette a capo di quella postazione e guarnigione C. Volcacio Tullo il giovane. Egli, poiché i cereali cominciavano a maturare, partito per la guerra di Ambiorige attraverso la selva Ardenna, che è la maggiore di tutta la Gallia e si estende dalle rive del Reno ed i territori dei Treveri fino ai Nervi e si espande per più di cinquecento miglia in lunghezza, manda avanti L. Minucio Basilo con tutta la cavalleria, se potesse guadagnare qualcosa con la velocità della marcia e l'opportunità dell'occasione;
dispone che vieti si facciano fuochi negli accampamenti, perché da lontano non si faccia una qualche segnalazione del suo arrivo; dice che lui segue subito
Versione di latino di Cesare da altro libro
Caesar totus et mente et animo in bellum Treverorum et Ambiorigis insistit....
Cesare si dedicò alla guerra contro i Treveri e Ambiorige, totalmente con animo e mente. Ordina a Cavarino di partire con la cavalleria di Senone insieme a lui, affinché non sorga alcuna ribellione della nazione per l'ira di questa o per l'odio, che si era meritato.
Stabilite queste cose, considerava i suoi progetti rimanenti con coscienza, poiché aveva scoperto che non avrebbe portato Ambiorige a combattere. I Menapi erano vicini ai territori degli Eburoni protetti da infinite paludi e selve, gli unici che non avevano mandato degli ambasciatori dalla Gallia, in segno di pace, a Cesare.
Sapeva che Ambiorige avesse un vincolo di ospitalità con questi; era venuto a conoscenza nello stesso modo che, tramite i Treveri, avesse fatto fatto amicizia con i Germani. Pensava di togliergli gli aiuti prima che provocasse lo stesso con la guerra, disperato lo scampo, affinché non si nascondesse dai Menapi o fosse costretto ad unirsi ai Transrenani.
Presa questa decisione, manda le macchine da guerra di tutto l'esercito, da Labiene verso i Treveri e ordina che due legioni vadano da lui, lo stesso parte con cinque legioni libere verso i Menapi. Quelli, formata alcuna truppa, si rifugiano nelle selve e nelle paludi, confidando nell'aiuto del luogo, e portano in quel luogo le loro cose.