La formica e la cicala - La versione latina nel biennio

Olim aestate garrula cicada in frondosa silva suaviter  canit, laboriosa formica contra  alacriter cursat, assidue laborat et mira .... Sed formica sic respondet: «Antea canebas (= cantavi), nunc salta».

Un giorno d'estate una cicala canterina canta in un bosco frondoso, invece  una formica laboriosa corre alacremente per i campi, lavora assiduamente e trasportava e ammucchiava con straordinaria solerzia una grande quantità di cibi.

La cicala al contrario non solo conduce una vita oziosa e senza preoccupazioni, ma critica anche la diligenza della formica così: "Sciocca formica, perché consumi la vita nei lavori?

Io invece conduco una vita oziosa e diletto i contadini". La diligente formica non si cura della sfrontatezza della cicala e continua il suo lavoro. Quando in seguito le burrasche sconvolgono l'intero bosco, le piante si seccano e arriva l'inverno, la previdente formica, per la precedente diligenza, vive tranquilla e lieta nella tana, la cicala invece non ha cibo e implora così la formica:

"Amica mia, concedi poche briciole alla cicala affamata!". Ma la formica risponde: "Prima cantavi, ora balla"

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