Enea da Troia all'Italia
Et luctuosa et iucunda Vergilius poeta in Aeneide narrant: qui dolo Troia, magnum oppidum Asiae, a Graecis...deorum decreto Latium nostrum regno erit, in Latio aeternam urbem condemus.
Il poeta Virgilio narra nell'eneide fatti luttuosi e piacevoli: come con l'inganno Troia, l'importante città dell'Asia, venne sconfitta dai Greci e fu distrutta completamente, ma per gli ordini degli dèi il pio Enea, figlio di Anchise e della dea Venere fuggì verso terre ignote;
con Enea anchise, infermo e malato, il figlio piccolo Ascanio e molti salparono sui navigli dei Troiani e lasciarono tristi la terra degli avi. Dopo violente tempeste, dopo innumerevoli pericoli giunsero a Cuma, dove Enea con la Sibilla discese nell'Averno: qui visitò la regina degli inferi, salutò con molte lacrime le grandi ombre degli uomini illustri e trepido e tacito conobbe, grazie al grande dono degli dèi, gli avvenimenti futuri.
Enea con il suo popolo giunse da Cuma alle spiagge del Lazio: alcuni Troiani si spaventarono, incerti per gli oracoli dubbiosi, ma Enea rinfrancò con parole divine gli animi dei fuggiaschi "aspiriamo non a cose ignote ed arcane, ma a cose belle per gli onori:
per decisione degli dèi il nostro Lazio avrà un regno, nel Lazio fonderemo una città eterna.
(By Maria D. )