La marcia dei soldati di Alessandro nel deserto
Aquarum penuria in militibus sitim desideriumque haustus excitabat...
La scarsezza dell'acqua accendeva nei soldati la sete e il desiderio di bere. Tuttavia non c'era nessuna notizia riguardo a vicini laghi o a stagni stagni.
La nebbia nascondeva la luce e l'aspetto delle distese era simile ad un mare vasto e profondo. Di notte la marcia era tollerabile perchè i corpi erano confortati dal freddo notturno e dalla rugiada, ma, all'alba, il calore e la siccità assorbivano ogni umore naturale.
Le bocche e le viscere ardevano dall'interno e dapprima si infiacchivano gli animi, poi i corpi. Allora era grandissima la mancanza della lontana patria, un intenso desiderio dei ruscelli, dei laghi e delle selve della Macedonia. Tuttavia pochi nell'esercito avevano portato con sé acqua negli otri e con animo magnanimo la condividevano con i compagni:
quell'acqua per un po' calmava la sete, ma presto gli otri venivano vuotati e a causa del grande caldo un forte desiderio di una fresca ombra e di acqua prendeva di nuovo i soldati.