Storie di animali: il giudizio della scimmia e il calcio dell'asino

Lupus arguebat vulpem furti; negabat illa se esse culpae proximam. Tunc iudex inter illos sedit simius. Uterque causam cum perorassent ...

Un lupo incolpava di furto una volpe; quella negava di non essere affatto colpevole. Allora come giudice sedette in tribunale una scimmia.

Dopo che ciascuna delle due perorarono la loro causa, si raccibda che la scimmia emise una sentenza: "Non mi sembra che tu, lupo, abbia perso ciò che chiedi; credo invece che tu, volpe, abbia rubato ciò che neghi egregiamente di aver sottratto". Mentre un leone, sfinito dall'età e abbandonato dalle forze, era steso a terra esalando l'ultimo respiro, un  fulmineo cinghiale arrivò da lui con i denti e vendicò con un morso un antico torto.

Un toro trafisse subito con le corna implacabilmente il corpo del nemico. Un asino, come vide che l'animale veniva colpito senza pena, gli ruppe la fronte a calci e spaventato fuggì via. E mentre spirava egli diceva: "Ohimè!

Ho sopportato indegnamente che i forti mi maltrattassero: ma ora che senza dubbio sono obbligliato a sopportare te, disonore della natura, mi sembra di morire due volte". (da Fedro)

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