La fondazione di Roma

Iam Albanorum volgus sub geminorum imperio erat ...

Ormai il popolo degli Albani era sotto il dominio dei due gemelli. Allora Romolo e Remo stabiliscono di riunire la moltitudine degli Albani e dei Latini e fondare una città.

L'uno scala le rocce del boscoso Palatino, l'altro scala l'Aventino. Remo vede sei uccelli, Romolo invece ne vede un numero doppio; perciò Romolo ha il potere della città.

I gemelli scavano un fossato, sul fondo pongono del grano, riempiono il fossato con della terra e lì appoggiano un altare, dove arde un nuovo focolare. Romolo calca l'aratro e con un solco descrive un muro, una mucca bianca tira l'aratro insieme ad un toro bianco. Alla fine Romolo invoca gli dei con parole devote: O dei, e o dee, siate favorevoli!

Date alla mia città una potenza duratura! Allora Giove, con un tuono da sinistra, offre un presagio positivo. Felici per l'augurio, gli abitanti scavano le fondamenta, e in breve compare il nuovo muro.

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