L'esitazione dei consoli contro Catilina è solo apparente
L'esitazione dei consoli contro Catilina è solo apparente
versione latino Cicerone
traduzione libro Letture latine n. 112 pagina 162
An vero vir amplissumus, P. Scipio, pontifex maximus, Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae privatus interfecit;...
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Ma come, un uomo della massima autorità come Publio Scipione, il pontefice massimo, fece uccidere senza mandato pubblico Tiberio Gracco, che minacciava solo in parte la stabilità dello Stato, e noi consoli dovremo continuare a sopportare Catilina, smanioso di distruggere, di mettere a ferro e a fuoco il mondo intero?
Non voglio ricordare il passato, episodi come quello di Caio Servilio Ahala che uccise con le sue mani Spurio Melio, il rivoluzionario. Ci fu, ci fu un tempo tanto valore nello Stato che uomini impavidi punivano il concittadino ribelle con maggiore severità del più implacabile dei nemic. Abbiamo un decreto senatoriale contro di te: è di estrema durezza Allo Stato non mancano né l'intelligenza né la fermezza dell'ordine senatorio; manchiamo noi, noi, i consoli, lo dico apertamente. Decretò un tempo il Senato di affidare al console Lucio Opimio il compito di vigilare sulla sicurezza dello Stato; non passò una notte e fu soppresso C Gracco, per quanto suo padre, suo nonno e i suoi avi fossero stati uomini gloriosi, solo perché era sospettato di sovversione; anche l'ex console Marco Fulvio fu ucciso insieme ai figli. Con un analogo decreto senatoriale furono affidati i pieni poteri ai consoli Caio Mario e Lucio Valerio; Si ritardò forse di un solo giorno l'esecuzione del tribuno della plebe Lucio Saturnino e del pretore Caio Servilio?
Eppure da venti giorni lasciamo che si spunti la lama del potere senatoriale. Anche noi disponiamo di un decreto del Senato, ma è chiuso in archivio, come una spada nel fodero In applicazione a questo decreto dovresti essere già morto, Catilina. Invece sei vivo, sei vivo non per rinunciare alla tua folle impresa, ma per portarla avanti. Desidero, padri coscritti, esser clemente, ma non desidero che si pensi che sottovaluto la situazione di estremo pericolo in cui versa lo Stato, perciò, sono il primo ad accusarmi di inerzia e di debolezza. In Italia, nelle gole dell'Etruria, c'è un esercito accampato contro il popolo romano Cresce di giorno in giorno il numero dei nemici; Ma il capo di quell'esercito, il comandante dei nemici lo vediamo dentro le nostre mura, anzi, eccolo qui in Senato a preparare, giorno dopo giorno, la rovina interna dello Stato.
Se, Catilina, subito ordinassi il tuo arresto e la tua condanna a morte, probabilmente dovrei temere di essere criticato da tutti gli onesti per i miei indugi, non per la mia inflessibilità. Se, però, non mi decido ancora a fare quel che già da tempo era necessario, ho le mie buone ragioni. Morirai solo quando non ci sarà un uomo così corrotto, così perduto, così simile a te da non ammettere che ho agito secondo la legge. Finché esisterà qualcuno che avrà il coraggio di difenderti, vivrai, sì, ma così come stai vivendo adesso: assediato dalle mie guardie, forti e numerose, che ti impediranno di attentare allo Stato. E poi, gli occhi, le orecchie di molti ti spieranno, ti sorveglieranno così come hanno fatto finora.